Enoteche italiane, ritorno di fiamma

[intro-text size=”25px”]Le enoteche hanno archiviato gli ultimi 5 anni con una crescita dei punti vendita del 13%, arrivando a quota 7.300 su tutto il territorio nazionale. Lo sancisce uno studio,​ frutto di un’analisi congiunta di Coldiretti e Camera di Commercio di Milano, che dipinge un quadro positivo per un settore commerciale che consente al consumatore, da un lato, di veder raccolte sugli scaffali selezioni importanti e, dall’altro, di approfondire attraverso il dialogo con i titolari dei punti vendita la propria cultura enologica.[/intro-text]

Cambia anche la clientela delle enoteche italiane: l’analisi citata evidenzia come più di un quarto del totale dei clienti (il 27%, ovvero oltre 1.900) è rappresentato da donne, mentre il 12% secondo Coldiretti è incarnato da giovani appassionati al vino, soprattutto al Sud, con un dato di picco del 25% a Taranto e del 20% a Catania e Palermo. Non è Roma, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, il capoluogo con il maggior numero di enoteche sul proprio territorio, poiché il primato spetta a Napoli, con 546 enoteche a fronte delle 482 di Roma e delle 264 di Milano.

Le città italiane nelle quali si registra invece il maggior tasso di crescita sono Bologna (+170%), Foggia (+68%), Verona (+66%), Cuneo (+65%), Messina e Milano (+63%).  La maggior parte delle persone che scelgono di avviare un’enoteca non lo fanno solo per il business ma per amore del vino e dell’universo che vi gravita attorno e dunque trasformano sempre più l’esperienza d’acquisto in un’occasione “social”, per mettere a loro agio il più possibile i clienti trasferendo loro passione e cultura. Le enoteche nelle città somigliano ormai sempre meno a polverosi altari delle grandi etichette e sempre più a piazze in cui vivere momenti in allegria tra degustazioni guidate, incontri con i produttori e assaggi in anteprima, godendo al massimo del fascino della scoperta. Perché il grande vino italiano è soprattutto identità.

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