Mazzolino, Francesca Seralvo e la comunicazione del vino tra cultura, eleganza e romanticismo
La comunicazione web del mondo del vino può ancora essere fatta di profondità, emozioni e cultura? Nell’era dei social che fagocitano tutto in 24 ore e che spesso si appiattiscono solo alle logiche commerciali e di posizionamento dei brand o dei prodotti, in Oltrepò Pavese c’è chi ha scelto un marketing differente, un marketing della verità. Un modello di comunicazione nobile, elegante, di profilo, direi romantico. Una newsletter scritta come una lettera, inviata digitalmente ma scritta su carta, con una penna ispirata.
“Ho scelto questa formula diretta perché mi piace il dialogo, il confronto”, racconta Francesca Seralvo, terza generazione alla guida di Tenuta Mazzolino, cantina gioiello dell’Oltrepò. “Il vino è emozione, è racconto non può esprimersi solo attraverso una scheda tecnica. E se non potesse essere degustato, allora vorrei che venisse capito attraverso quello che sono io, il mio modo di vedere il mondo, quello del vino in particolare”. Da questa riflessione è nata “Una finestra su Mazzolino”, così si intitola l’oggetto della newsletter che hanno ricevuto tutti coloro che negli anni sono venuti in contatto con la realtà di Corvino San Quirico e in qualche modo sono diventati amici di Francesca, estimatori dei suoi vini, amanti dell’Oltrepò.
La metafora della finestra – che ha origini antichissime – riassume il ritaglio prospettico, definito e recintato dove Francesca vuole dirigere l’attenzione. “Attraverso questa finestra io vedo il mio mondo, unico e particolarissimo, la mia quotidianità in cantina, in vigna e anche nella vita di tutti i giorni”, continua Francesca. “Ma con l’invio di questa newsletter vorrei che gli altri potessero guardare dentro e scoprire un particolare della mia vita per comprendere il tutto: i mie vini e le mie fonti di ispirazioni”. Una sineddoche che nella sua etimologia significa appunto “comprendere più cose insieme”.
E così Francesca sovverte le regole della comunicazione, parla in prima persona e rimette in primo piano l’emozione e allarga gli orizzonti del mondo del vino che non è poi così autoreferenziale come sembra. La prima newsletter di Francesca si apre con una domanda “si può far star bene qualcuno con una mai?l”, poi – in attesa della risposta – il racconto si dipana tra commenti meteorologici (“Finalmente ha nevicato”) e programmi da Wine globe-trotter (a breve raggio, con un “Erasmus in Piemonte”) ; non mancano assaggi imperdibili (il Guercio 2019 di Carleone), aspettative ansiogene (come possiamo fare meglio dell’anno che è passato) e riflessioni sui massimi sistemi ( quanto si invecchia in fretta? ).
Inutile negarlo che tra un sorriso e una battuta, si corre verso la fine del testo, per scoprire la risposta alla domanda iniziale. E sembra proprio così, perché quando un mostro sacro del settore come Roy Richards scrive una mail, hai tutte le ragioni per commuoverti, anche si pensi che un po’ abbia esagerato (mi ha scritto una mail con le sue note di degustazione sul noir 18. Ha ovviamente esagerato dice che gli ricorda un Gevrey Chambertin, tra l’altro uno dei miei village preferiti della Borgogna). Insomma, i complimenti fanno sempre piacere.
Uno stream of Consciousness via mail che fa emergere la personalità di Francesca e ci racconta anche qualcosa del suo modo di essere una Vigneron: si distingue per la sua autenticità e passione nel condividere la sua esperienza con uno stile intimo e coinvolgente, dove le bottiglie sono solo il pretesto per parlare di vino ma anche d’altro.
E questa attitude emozionale la ritroviamo anche nel sito della Tenuta, ci cui è stato recentemente effettuato un restyling
“È un vero e proprio viaggio nel nostro mondo e in quello dei nostri vini, che si fa sempre più coinvolgente e accattivante”, illustra Francesca. “Qui le nostre etichette non vengono semplicemente descritti dal punto di vista organolettico, ma vengono presentati attraverso ciò che rappresentano per chi li produce”. Così il Noir, il loro Pinot Nero di punta si trasforma nel “la storia della Tenuta Mazzolino”; il Blanc è il Sole del mattino e il Camarà è ‘La bottiglia che finisce in dieci minuti!’
Le pagine si susseguono lineari e intuitive, accompagnando il visitatore in un percorso di scoperta che ha il sapore dell’autenticità e della passione. “Si ha la sensazione di essere accolti in una grande famiglia, dove ogni bottiglia ha una storia da raccontare e dove ogni sorso rappresenta un momento di felicità”, conclude Francesca. “Per rafforzare questo messaggio sono state scelte immagini ad hoc, suggestive e coinvolgenti che raccontano di vigne e paesaggi, Ma soprattutto danno spazio alle persone che stanno dietro ai vini, valorizzando la loro esperienza, la loro dedizione e il loro amore per la natura e per il territorio. In questo modo, ogni bottiglia diventa una testimonianza di un’attitudine positiva nei confronti della vita e dell’ambiente che ci circonda”.
Il sito di Tenuta Mazzolino è un luogo dove il vino non è soltanto un prodotto, ma diventa il simbolo di una filosofia di vita fatta di rispetto, passione ed emozioni. Un luogo dove si può assaporare la bellezza di un territorio e la generosità di chi ci lavora.
In questi giorni è state spedita la seconda Newsletter per aprire ancora di più la finestra sul mondo di Francesca. Ora non ci rimane che restare in attesa della prossima lettera digitale di Francesca e navigare sul sito della sua azienda vitivinicola, per lasciarsi affascinare da una realtà enoica che evolve e si affina nel tempo.