Italia del vino, sfida tra export ed enoturismo
[intro-text size=”25px”]In un’Italia del vino che guarda sempre più all’export per fare margine e superare gli ostacoli di un mercato interno saturo e al ribasso, l’agenda della priorità sarebbe forse da riscrivere mettendo il turismo davanti a tutto, come un volano virtuoso. Tre italiani su quattro (75%) in vacanza al mare, in montagna o nel verde questa estate hanno scelto di visitare frantoi, malghe, cantine, aziende, agriturismi o mercati degli agricoltori per acquistare prodotti locali a chilometri zero direttamente dai produttori e ottimizzare il rapporto prezzo/qualità. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixè dalla quale si evidenzia che, non a caso, il cibo rappresenta per quasi un italiano su cinque (19%) la principale motivazione di scelta del luogo di villeggiatura, mentre per un altro 53% costituisce uno dei criteri su cui basare la propria preferenza e solo un 5% dichiara di non prenderlo per niente in esame.[/intro-text]
“Il cibo – sottolinea la Coldiretti – è la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche per un importo complessivo stimato nel 2019 in circa 30 miliardi all’anno, il massimo storico di sempre.” L’alimentazione si conferma come il vero valore aggiunto della vacanza in Italia, leader mondiale del turismo enogastronomico, spiega ancora Coldiretti, “potendo contare sull’agricoltura più green d’Europa con 5155 specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 297 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche, la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati (ogm), 23mila agriturismi che conservano da generazioni i segreti della cucina contadina, 10mila agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica e le numerose iniziative di valorizzazione, dalle sagre alle strade del vino”. Dal canto suo anche Regione Lombardia con la legge sugli agriturismi con soli prodotti lombardi in tavola, voluta dall’assessore Fabio Rolfi, ha dato un segnale preciso. Idem dicasi per il ministro Gian Marco Centinaio con la legge sull’enoturismo. Ora servirebbe forse qualche bando accessibile anche alle piccole imprese per attrezzarsi a ospitare, aprendosi a un pubblico nazionale e internazionale che chiede campagna, con i suoi valori e sapori, ma anche servizi all’altezza.