Turismo enogastronomico, Pietrasanta: «Serve un tavolo ministeriale»
[intro-text size=”25px”]“Il turismo enogastronomico è un viaggio alla scoperta di un territorio e attraverso il quale il turista può fare esperienza della cultura locale e acquisire il senso del luogo”. Carlo Pietrasanta, fondatore del Movimento Turismo del Vino nazionale nel 1993, non ha mai avuto dubbi rispetto a quella che è nata come una curiosa attività a corollario della produzione di vino e che ora si candida a essere l’economia del futuro per un arcipelago di piccole imprese e micro filiere.[/intro-text]
“La promulgazione della legge sull’enoturismo da parte dell’ex ministro Gian Marco Centinaio segna un nuovo inizio. Ora l’obiettivo è aiutare le aziende agricole, con finanziamenti mirati e strategia, a migliorare i propri standard e ampliare il ventaglio della proposta. Serve inoltre una regia”. In sintesi la richiesta che arriva dal settore è quella di bandi mirati e accessibili, ma anche di politiche di sistema e non in ordine sparso. “Dobbiamo vendere le emozioni e la storia delle campagne italiane nel mondo – esorta Pietrasanta-, perché ci sono prodotti che hanno i numeri per andare oltre confine e altri, piccole e uniche specialità di nicchia, che possono essere leve per generare flussi turistici internazionali, non solo a beneficio di chi produce gusto”.
Lo stretto legame fra enogastronomia, cultura e turismo viene rimarcato dalla stessa Organizzazione Mondiale del Turismo, secondo la quale questa pratica consente al viaggiatore di entrare in contatto con la cultura del luogo che sta visitando in un modo più attivo e coinvolgente grazie al “medium” del cibo. Secondo il “Rapporto sul Turismo Enogastronomico 2019”, curato da Roberta Garibaldi, l’enogastronomia rappresenta oggi un importante driver di viaggio per i turisti italiani. Il 45% dei turisti italiani negli ultimi tre anni ha svolto un viaggio con questa motivazione, con un aumento del 48% rispetto all’anno precedente. Il turista enogastronomico è generalmente un turista acculturato, con maggiore capacità e propensione alla spesa. L’Italia vanta 825 prodotti agroalimentari e vitivinicoli ad Indicazione Geografica, 5.155 Prodotti Agroalimentari Tradizionali, 4 beni enogastronomici inseriti nella lista del patrimonio tangibile e intangibile dell’Unesco. L’ambito della ristorazione consta di 334.743 imprese attive, 875 ristoranti di eccellenza, 23.406 agriturismi che offrono servizi di alloggio, ristorazione e altre proposte turistiche. L’Italia ha inoltre 114 i musei legati al gusto e 173 Strade del Vino e dei Sapori, oltre a poter vantare nel Movimento Turismo del Vino, creatore e curatore di Cantine Aperte e di altre manifestazioni di successo, un solido punto di riferimento. Il terreno è fertile, manca la regia nazionale. Perché non pensare a un tavolo ministeriale sull’Enoturismo?