Orizzonte Cina, cresce il vino italiano
[intro-text size=”25px”]La Cina ha voglia di vino italiano. Nel primo trimestre del 2018 l’export enologico made in Italy in Cina è cresciuto del 62,82%. E’ quanto emerge dal IX Rapporto annuale «Cina. Scenari e prospettive per le imprese» a cura di Fondazione Italia Cina. L’Italia supera così la Spagna piazzandosi al quarto posto per i valori esportati. E’ invece sempre la Francia, relativamente al 2017, a guidare la classifica delle esportazioni di vino con 217.859 milioni di litri, seguita da Australia (105.777.343) e Cile (74.374.462). Sul fronte complessivo alimentare è segnalato che l’Italia consegue un avanzo commerciale con la Cina nel settore grazie a un +8,54% di importazioni e al calo del 7,72% dell’export cinese verso l’Italia.[/intro-text]
In generale il made in Italy, non soltanto agroalimentare, ha superato per la prima volta i 20 miliardi di dollari scavalcando il record del 2014 con una crescita al di sopra del 22%, mai così accelerata dal 2010. Il +22% dell’export italiano rappresenta la miglior crescita di un Paese Ue in Cina. Non c’è però rosa senza spine: l’Italia per conquistare la Cina a valore e in senso culturale deve lavorare ancora molto sulla comunicazione, su siti Internet in lingua cinese e su un marketing nuovo. Lo testimonia il traffico su Baidu, il principale motore di ricerca del Paese del Dragone, dove la query “Made in Italy’ compare pochissimo, se si tiene conto dei 772 milioni di internet user cinesi.
A questo riguardo è impietosa l’indagine dell’osservatorio Paesi terzi di Business Strategies, condotta in collaborazione con Nomisma Wine Monitor. I cinesi amano i prodotti italiani per qualità ma non sanno quasi nemmeno dove sia l’Italia. In generale le ricerche on line associate a Italia e Made in Italy sono legate a info generali (34%) seguite dai simboli del Made in Italy: arredo e design (26%) e turismo (23%). «Oltre al monitoraggio sul digitale – spiega Silvana Ballotta, CEO di Business Strategies – il nostro studio comprende l’analisi del mercato e una survey su awareness, percezione e reputazione del made in Italy realizzata sull’upper class delle metropoli cinesi. I risultati che emergono, seppur sorprendenti, confermano le impressioni di chi come noi presidia il mercato da diverso tempo. Abbiamo, perciò, voluto dimostrare con i numeri ciò che è il loro sentiment nei nostri confronti, per capire come meglio direzionare il lavoro dell’impresa Italia».