Donato Lanati a Winenews: «La nostra viticoltura è fatta di vigneti, non di territori immensi»
Un’intervista da ascoltare con attenzione. Con il suo centro di ricerca, Enosis Meraviglia, in Monferrato, è consulente di alcuni dei più prestigiosi nomi del vino di Italia e Francia: Donato Lanati, più che un semplice enologo, è uno studioso del vino. Nei giorni scorsi ha offerto alla testata giornalistica Winenews il suo prezioso punto di vista sullo stato dell’arte del vino italiano, che affronta una vendemmia particolare e costruisce il suo futuro in un mondo che cambia, sconquassato dagli effetti del Covid-19. Clicca sull’immagine per ascoltare l’intervista di Winenews…
Chi è Donato Lanati?
Donato Lanati, nato a Voghera il 19 dicembre 1953, si è conquistato la fama di enologo-scienziato, perché il suo metodo di lavoro è basato sulla ricerca scientifica coniugata al rispetto della terra e del lavoro dell’uomo.
Attraverso il Centro di Ricerca Enosis di Fubine (AL) si propone di raggiungere l’elevata qualità dei vini, ricorrendo all’approccio scientifico.
Diplomatosi alla scuola enologica di Alba, laureato in Scienze Agrarie con specializzazione in Viticoltura ed Enologia all’Università di Torino, è stato per 17 anni docente di Tecnologia Enologica per corsi di laurea di primo e secondo livello.
E’ membro dell’OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino) in qualità di esperto nella Commissione Enologia. Svolge un’intensa attività di consulenza in Italia e all’estero, in particolare in Georgia, Svizzera, Bulgaria, Kazakistan e Cile. Nel 2019 è suo il premio Miglior Vino Bianco Secco del Mondo per la categoria monovitigni.
E’ convinto che il metodo più efficace per vestire i vini di forte identità territoriale e varietale, sia quello di fare formazione al personale di vigna e di cantina, i veri artefici della produzione dei vini.
Considera l’unione di ricerca e sensibilità, il mezzo per vincere spazio e tempo e per dare maggior affidabilità al marchio, soprattutto per soddisfare, nei gusti e nelle curiosità, il vero protagonista di tutta la filiera, qual è il consumatore.
I vini per lui sono il prodotto della cultura di una civiltà agricola.
Da sempre la sua passione, insieme a quella per il volo con il suo elicottero, è capire cosa ci sia dentro all’acino d’uva e come trasferire, nel bicchiere, le sintesi che esso racchiude. Lui stesso spiega che se non fosse diventato enologo, sarebbe entomologo.
Tra le esperienze più ludiche, è stato portiere della Nazionale del Vino. Fin da adolescente pratica motocross, passione che lo ha portato a partecipare a diversi Campionati Italiani e Mondiali. Nel 2019 ha partecipato alla Six Days di Enduro Vintage in Portogallo (Medaglia di Bronzo). E’ autore e coautore di numerose pubblicazioni.