Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, scelta storica: stretta sulle produzioni per difendere i valori di mercato

Per la prima volta il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo propone la riduzione delle rese e il blocage quali interventi di mercato volti a salvaguardare produttori e cantine e superare eventuali squilibri congiunturali per affrontare nel migliore dei modi la prossima vendemmia. Queste le grandi novità sostenute durante l’ultima Assemblea consortile.

Il presidente, Valentino Di Campli

In particolare, è stata proposta la riduzione a 119 quintali ettaro la resa in vigneto (-15%) per tutte le denominazioni Montepulciano d’Abruzzo, Cerasuolo d’Abruzzo e Trebbiano d’Abruzzo per la vendemmia 2020, che diminuirebbe la produzione di uva e di vino così da evitare pericolosi surplus che inciderebbero in maniera negativa sui prezzi.

Lo stoccaggio previsto è di 21 ettolitri di vino per ettaro (corrispondenti a 30 quintali per ettaro di uva) per le Doc Montepulciano d’Abruzzo, Cerasuolo d’Abruzzo e Trebbiano d’Abruzzo mentre per il Pecorino Terre di Chieti e Colline Pescaresi Igt il blocage sarà di 35,2 ettolitri (ovvero 44 quintali per ettaro di uva) per le superfici iscritte all’albo regionale. Il blocage prevede la regolazione dell’offerta attraverso una riduzione temporanea del prodotto di annata da immettere sul mercato, in modo da non comprometterne le quotazioni. Gli ettari interessati in tutte le aree viticole abruzzesi sono circa 18 mila.

Le misure che abbiamo presentato ieri agli associati – spiega il Presidente del Consorzio, Valentino Di Campli – sono frutto di un’attenta analisi dell’attuale andamento delle Denominazioni tutelate e dei possibili scenari dei prossimi anni nel mondo del vino, a seguito di una pandemia straordinaria, come quella del Covid-19, i cui effetti sono ancora difficili da prevedere. Sono misure volte a consolidare il valore delle nostre Denominazioni ed il loro posizionamento sul mercato, a beneficio dei produttori e di tutto il territorio regionale”.

In questo momento così delicato per l’economia mondiale vogliamo dunque introdurre sistemi di regolamentazione del mercato finora mai attuati” continua Di Campli che poi conclude riportando l’attenzione sul ruolo strategico della viticoltura abruzzese definita come  “un tassello fondamentale dell’economia regionale e sinonimo di prodotti che sono portabandiera del made in Italy nel mondo; la situazione è molto difficile e il Consorzio vuole supportare la filiera salvaguardando il valore del grande lavoro delle nostre aziende agricole”.

La proposta, approvata ieri in Assemblea dai soci produttori del Consorzio, sarà inviata alla Regione Abruzzo che, sentite a riguardo le organizzazioni sindacali e professionali, dovrà emanare il relativo provvedimento entro il 31 luglio.

IL CONSORZIO TUTELA VINI D’ABRUZZO
Organismo di carattere associativo senza scopo di lucro, il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo è stato istituito nel 2003 con Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (MiPAF) per svolgere funzioni di tutela, valorizzazione e di cura generale degli interessi connessi alle denominazioni da esso tutelate. Sovrintende all’adempimento della disciplina regolamentare delle denominazioni, alla formulazione di eventuali proposte di aggiornamento della stessa, e coordina il lavoro delle categorie produttive del settore ai fini della valorizzazione delle singole denominazioni.
Il Consorzio tutela i seguenti vini a Denominazione di Origine Controllata: Montepulciano d’Abruzzo Doc, Trebbiano d’Abruzzo Doc, Cerasuolo d’Abruzzo Doc, Abruzzo Doc, Villamagna Doc. Tutela inoltre anche i vini a Indicazione Geografica Tipica: Colline Pescaresi Igt, Colline Teatine Igt, Colline Frentane Igt, Colli del Sangro Igt, Del Vastese o Histonium Igt, Terre di Chieti Igt, Terre Aquilane o Terre de L’Aquila Igt.

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