Wine&Food, l’artigianalità paga

[intro-text size=”25px”]Le aziende del wine and food che puntano sull’artigianalità sono cresciute negli ultimi dieci anni molto più della media delle aziende che non hanno fatto la stessa scelta. “Il legame con il territorio, l’artigianalità e l’innovazione nei processi produttivi sono le principali determinanti della crescita redditizia delle aziende del comparto: sia per quanto riguarda la redditività delle vendite, sia per quella del capitale investito. [/intro-text]
L’artigianalità aiuta a sviluppare prodotti distintivi, venduti poi con un premium price”, afferma Carmine Garzia, coordinatore scientifico dell’Osservatorio e docente di Management all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (UNISG). Nel 2018, il settore ha continuato a crescere al 3,1%: un valore che supera di oltre tre volte la crescita del PIL italiano. Il trend positivo è destinato a proseguire nel 2019 e nel 2020, a tassi attesi di circa il 3% annuo (2019: 3%; 2020: 2,9%). Tra i punti deboli dell’agroalimentare, invece, si evidenzia che solo il 30% delle aziende possiede un proprio canale di vendita online.
Sono solo alcuni dati del più completo e prestigioso studio condotto nel nostro Paese sul settore alimentare, redatto per Ceresio Investors dalla UNISG di Pollenzo, dove viene presentato oggi di fronte a molti protagonisti dell’industria alimentare italiana. “Il food è uno dei settori più forti del panorama italiano, con molte aziende capaci di eccellere grazie anche a una forte propensione internazionale. Queste aziende sono attualmente tra gli obiettivi principali dei fondi di private equity, il motore della maggior parte delle aggregazioni, e hanno ottime prospettive di crescita, grazie a fusioni, acquisizioni e ovviamente al supporto finanziario”, spiega Alessandro Santini, Head of Corporate di Ceresio Investors.
Secondo lo studio, i comparti che crescono maggiormente nel lungo periodo sono: farine, food equipment, caffè, surgelati, olio, packaging e vino. La redditività commerciale nel comparto dei distillati è storicamente più elevata. Altro comparto interessante è quello del packaging, uno dei principali driver dell’innovazione nel food, per diversi motivi: sono cambiate le abitudini di consumo e i formati, spesso più compatti e resistenti. Sono cambiate le formulazioni e quindi anche il packaging. Si lavora anche sul diminuire l’impatto ambientale.
I comparti con una crescita più equilibrata, con un ideale bilanciamento tra i profili di crescita, redditività e solidità finanziaria, sono tra gli altri food equipment, distillati e, in misura minore, vino. 
La quinta edizione dello studio dell’osservatorio presenta i dati economici e competitivi di 823 aziende, per un fatturato aggregato di circa 63 miliardi di euro, rappresentative del 71% delle società di capitali operanti nel settore. L’analisi ha preso in esame 15 comparti.

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