Addio a Guido Perdomini, il Signor San Giorgio
Il mondo del vino dice addio a Guido Perdomini, dal 1978 al 2019 titolare dell’azienda agricola Podere San Giorgio sulle colline di Santa Giuletta, uno dei borghi più suggestivi dell’Oltrepò Pavese. Avrebbe compiuto 80 anni il prossimo 21 giugno. Era ricoverato da gennaio ed è morto l’altra sera, a causa di una patologia che l’ha prematuramente strappato ai suoi affetti.
Un creativo, un pubblicitario della prima ora, un imprenditore caparbio e appassionato che si era innamorato delle colline dell’Oltrepò Pavese e della sua tenuta, trasformata dalla Pasqua del 2011 anche in struttura agrituristica, per anni teatro di eventi e attività d’impresa legate all’accoglienza, in una suggestiva cornice. Non era un vignaiolo e nemmeno un uomo del vino, ma portò il suo estro al servizio di un territorio che avrebbe voluto veder rilanciato, valorizzato e promosso a livello italiano ed internazionale.
Era uno specialista della pubblicità e del marketing a Milano, aveva vissuto il periodo d’oro della nascita delle tv private, aveva collaborato con il gruppo della famiglia Berlusconi e con altri grandi nomi. Innamoratosi dei suggestivi scorci d’Oltrepò, aveva acquistato la tenuta San Giorgio a Santa Giuletta nel 1978. Da allora ha continuamente ampliato l’attività, non smettendo mai d’investire. Portò l’azienda a produrre a regime circa 200.000 bottiglie all’anno a partire da 30 ettari di vigneti su terreni altamente vocati, con accanto un bosco secolare di querce. Credeva molto nella spumantistica e nel Pinot nero, le migliori frecce all’arco di un Oltrepò di alta gamma. L’azienda fu tra le prime a investire sul Cruasé, Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG rosé da uve Pinot nero. Perdomini diceva: «Ogni regione vinicola ha la sua reputazione, solo l’Oltrepò è senza reputazione». Voleva contribuire a dargliene una.
Dal 1978, Guido Perdomini ha impegnato ogni anno della sua vita al rilancio del territorio, sebbene parlasse un linguaggio sui generis, tra creatività e impresa. Non aveva un carattere facile, era determinato a fare le cose a modo suo, assecondando una visione che proveniva dalle esperienze da lui maturate su altri scenari d’impresa. Ad aiutarlo per anni in azienda, insieme alla moglie sempre presente, fu anche una delle sue amate figlie, Elena, appassionata alla sfida della valorizzazione del territorio oltrepadano, proprio come lui.
Nel 2019 Perdomini, che per problemi di salute non riusciva più a occuparsi dell’azienda secondo i suoi standard abituali, ha venduto la proprietà alla famiglia piemontese Cordero, ovvero a Francesco, Lorenzo e Caterina, anch’essa animata da un legame viscerale con la vitivinicoltura di qualità.
La sua prematura scomparsa consegna ai Cordero un testimone importante: dovranno essere loro a realizzare il sogno di Perdomini di un Oltrepò nuovo e capace di stupire.