Anno 2020, la sfida è la sostenibilità

[intro-text size=”25px”]Il 2019 è alle battute conclusive e per l’Italia del vino l’anno nuovo si aprirà all’insegna di sfide importanti: sostenibilità e gestione efficiente dell’acqua. Bisognerà tener conto dei cambiamenti climatici e rafforzare la tutela dell’ambiente. [/intro-text]
Le buone prassi si moltiplicano da Nord a Sud, con l’aiuto delle università e dei centri di ricerca. Se in Italia ad agire da pioniere sullo scenario della viticoltura sostenibile è stata Equalitas, società nata nel 2015 da un’intuizione di Federdoc ed Unione Italiana Vini con il supporto di CSQA e Valoritalia, dalla Francia l’Académie du Champagne ha dato la notizia della nascita della prima filiera viticola al mondo a misurare la sua impronta carbonica e ad aver dato vita a un piano per ridurre del 75% le sue emissioni entro il 2050. Bottiglie più leggere che limitano del 20% l’impatto delle emissioni di Co2, programma per selezionare varietà più resistenti agli stress climatici, 90% rifiuti riciclati e valorizzati.
Paolo Castelletti, segretario generale di Unione Italiana Vini, ha recentemente spiegato: «La sostenibilità è un argomento centrale nel mondo viticolo ed enologico anche perché questo settore si sta dimostrando il più sensibile, il più pronto e preparato ad affrontare un percorso così complesso. Il concetto di “sostenibile” va visto dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Questa è la sfida che abbiamo di fronte – ricorda il Castelletti -, anche in vista della nuova politica agricola comunitaria (PAC) che mette la sostenibilità, misurabile a livello di performance, al centro degli obiettivi da perseguire e che legherà gli interventi finanziari al raggiungimento dei medesimi. Per questo motivo – conclude il Segretario – Unione Italiana Vini continua a lavorare con le istituzioni per la definizione di uno standard unico nazionale sulla sostenibilità del comparto vitivinicolo». Buon anno nuovo, quindi, pensando a una vitivinicoltura che fa bene al cuore e all’ambiente.

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