Dematerializzazione dei registri vitivinicoli, mirgrazione da incubo
La chiamavano deburocratizzazione ma la dematerializzazione dei registri vitivinicoli si sta trasformando in un incubo, specie per le piccole e medie imprese. Ci sono ancora codici prodotto mancanti, sistemi di trasmissione dei dati del magazzino che non funzionano. E’ sparito l’ambiente di prova del nuovo software e si rischiano sanzioni nonostante la buona fede delle imprese, che non vanno lasciate sole.
Il periodo di accompagnamento nella tenuta in forma dematerializzata dei registri vitivinicoli è scaduto il 30 giugno, ora tutto dovrebbe funzionare, mentre invece solo una piccola percentuale delle imprese è riuscita ad adempiere agli obblighi previsti per via di malfunzionamenti e difficoltà nell’avere risposte certe. Il problema non riguarda solo le aziende vitivinicole ma sta facendo perdere il sonno ai titolari degli studi di consulenza. A fronte di una riforma che apporterà certamente garanzie e tutele importanti per il consumatore e a difesa della libera concorrenza nel rispetto delle regole, si sta assistendo a malfunzionamenti cui porre rimedio in fretta. Ne stanno diventando bersaglio, loro malgrado, professionisti e software house che servono le aziende. Occorre che chi ha progettato il nuovo sistema si adoperi al più presto per renderlo efficiente e funzionale. A pesare di più sono il cattivo funzionamento della piattaforma del SIAN e il mancato completamento del processo di allineamento dei registri aziendali ai recenti aggiornamenti rilasciati dal Ministero.
Il Ministero è consapevole delle situazioni di difficoltà in cui operano le imprese e ha assicurato che adotterà un atteggiamento di cooperazione e assistenza nei confronti di tutti gli operatori che si sono attivati già durante la fase di sperimentazione/periodo di accompagnamento. Al fine di dare seguito alle richieste di rassicurazioni espresse all’unisono dal mondo produttivo, l’Ispettorato ha diffuso una circolare esplicativa con la quale ha chiarito il tipo di approccio che adotteranno gli ispettori nella fase di avvio dell’obbligatorietà della tenuta del Registro, in particolare rispetto ai controlli. E’ un segnale importante ma non basta. Il fatto che i controllori terranno conto dei malfunzionamenti e dei ritardi non significa che non esistano problemi gravi da risolvere per mettere tutti nella condizione di rispettare quanto previsto dalla legge. La vendemmia 2017 è sempre più vicina e ancora non sono registrate tutte le giacenze a magazzino in forma corretta. In questo modo si rischia di soffocare le piccole imprese, costringendole anche a maggiori costi di gestione, di personale e di consulenza che non tutti possono permettersi.