Gelate tardive, mondo del vino all’angolo
[intro-text size=”25px”]Una settimana triste e problematica quella appena trascorsa per i vitivinicoltori lombardi, per i loro colleghi del Nord Italia e poi giù fino al Centro Italia a causa di gelate tardive che hanno colpito le vigne in particolare nelle notti di martedì, mercoledì e giovedì. In sintesi al caldo insolito delle ultime settimane, un vero e proprio anticipo d’estate, si è sostituito un colpo di coda dell’inverno con temperature sotto lo zero che hanno distrutto i vigneti di fondovalle distruggendo le gemme.[/intro-text]
La conta dei danni è ancora in corso, ma da un primo bilancio i danni sarebbero davvero ingenti e in alcuni casi potrebbero ripercuotersi non solo sulla vendemmia 2017 ma anche su quelle dei prossimi anni. A complicare ulteriormente la situazione è la massiccia migrazione al biologico di molte imprese agricole lombarde, che di qui in poi non avranno la possibilità di effettuare trattamenti per arginare i danni al futuro raccolto per via dei severi protocolli previsti dalla legge. A memoria d’uomo non si ricorda una combinazione climatica tanto dannosa come quella degli ultimi giorni. La speranza è che nei prossimi giorni la temperatura torni a salire un po’ per consentire alle piante di ripartire almeno laddove il fogliame non sia già stato distrutto. In Lombardia fra i territori più messi alla prova, insieme alla Franciacorta, c’è l’Oltrepò Pavese.
Coldiretti Pavia ha informato che danni pesanti ai vigneti sono stati registrati nei territori dei Comuni di Santa Giuletta, Oliva Gessi, Torricella Verzate, Corvino San Quirico, Calvignano e anche a Casteggio. Colpiti anche Montecalvo Versiggia, Montalto Pavese, Borgoratto Mormorolo, Mornico Losana, Borgo Priolo, Canevino e la Valle Scuropasso. Alle aziende è stato raccomandato di tagliare le erbe infestanti, che se sono troppo alte possono trasmettere il freddo alle viti. Le associazioni di categoria stanno monitorando la situazione e c’è chi ha già chiesto il riconoscimento della calamità naturale. L’auspicio è che il Mipaaf attivi un fondo d’emergenza per non lasciar soli agricoltori messi in ginocchio da rigidità così eccezionali.