Vino & Business, la vetrina è Milano

[intro-text size=”25px”]«Serve un grande fiera del vino a Milano, una ogni due anni». A lanciare l’idea che sta facendo discutere il settore è partita dalla voce di Angelo Gaja, 77 anni, titolare di un’azienda divenuta uno dei brand più importanti dell’Italia del vino.[/intro-text]

Mentre i produttori all’inseguimento dell’internazionalizzazione e di nuovi sbocchi di mercato sono in aereo per Düsseldorf, dove da domani a martedì si svolgerà il ProWein (evento riservato al business con 6.257 espositori da 59 Paesi), si torna a riflettere su un’Italia che ha bisogno di ragionare non solo a volumi ma anche a valore, per garantire alla filiera del vino il giusto reddito e la dignità che merita. Gaja, in sintesi, sostiene che all’Italia, oltre a Vinitaly, serva qualcosa in più del bagno di folla.

Si torna dunque a pensare con passione a un evento a Milano cucito su misura per un pubblico esclusivamente professionale, una vetrina, un punto d’incontro domanda-offerta senza distrazioni, un ufficio di contrattazione più che una festa. Partendo da queste premesse Milano sarebbe davvero la location perfetta per la modernità delle sue strutture espositive, la sua logistica, il suo essere la capitale economica d’Italia e una metropoli internazionale.

Una città che, oltre ad essere il centro di riferimento per la moda e il design, dovrebbe a giusto titolo ambire ad essere un palcoscenico per la valorizzazione dell’agroalimentare d’eccellenza. In questo senso Regione Lombardia, primo fra tutti l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, ci crede già e l’ha dimostrato sostenendo in questi anni molti eventi rivolti a far emergere la distintività delle produzioni agroalimentari. Ora bisogna chiudere il cerchio con un grande evento italiano per i traders internazionali e, su scala lombarda, con un’Enoteca Regionale a Milano, che farebbe coppia e circuito con quella attivata in Oltrepò Pavese a Cassino Po di Broni.

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