Champagne vs Metodo Classico italiano, ecco i numeri e le differenze

L’universo del Metodo Classico italiano è per molti, me compreso, ancora largamente imparagonabile al mondo dello Champagne e a ciò che esso rappresenta in termini di cultura, valori comuni, massa critica, comunicazione, economia generata e strategia d’insieme.

Nell’Italia del Metodo Classico (Franciacorta, Trentodoc, Alta Langa e Oltrepò Pavese) vi sono grandi voci soliste e poi un insieme di province che competono ancora, per la stragrande maggioranza, nelle carte dei vini d’Italia: una gara fra colleghi di regioni diverse che, uniti, potrebbero andare nel mondo a raccontare quale sia il vero profilo degli sparkling italiani più nobili e degni di nota.

In Francia va molto diversamente e sebbene il 2020 sia stato un anno critico per tutti, nessuno escluso a qualunque longitudine e latitudine per effetto della pandemia e del lockdown, colpisce molto leggere la carta d’identità dello Champagne, a partire dai dati ufficiali certificati che sono quelli del 2019.

Facciamolo insieme…

Fattori umani

16 100 vigneron
360 maison

Superficie in produzione

33 821 ettari di cui:
24 033 nella Marna
7 235 nell’Aube e Haute-Marne
2 553 nell’Aisne e Seine-et-Marne

Vitigni

Pinot nero 38 %
Meunier 
31 %
Chardonnay 
30 %

Raccolta

301,9 milioni di bottiglie
Resa = 
10 300 kg/ettaro

Stock

1 437 milioni di bottiglie (inclusa la riserva individuale)
(Al 31/07/2019)

Fatturato

5,0 miliardi di euro di cui 3,0 all’export

Spedizioni

Francia
141 594 046 di bottiglie (48%) di cui:
78 983 870 dalle Maison di Champagne (56%)
62 610 176 da récoltant e cooperative (44%)

 

Export
155 967 850 di bottiglie (52%) di cui:
135 803 435 dalle Maison di Champagne (87%)
20 164 415 da récoltant e cooperative (13%)

 

TOTALE
297 561 896 di bottiglie
214 787 305 dalle Maison di Champagne (72%)
82 774 591 da récoltant e cooperative (28%)

I primi dieci mercati esteri (in bottiglie)

1. Regno Unito

26 996 415

2. Stati Uniti

25 677 389

3. Giappone

14 303 643

4. Germania

11 649 724

5. Belgio

9 164 010

6. Italia

8 329 575

7. Australia

7 655 393

8. Svizzera

5 422 351

9. Spagna

4 313 144

10. Svezia

3 250 609

Quali sono i marchi più noti? Difficile a dirsi, essendoci moltissimi brand e tantissime interpretazioni di valore. In attesa che Franco Ziliani, con il suo palato assoluto, ci regali una guida ragionata dello Champagne che merita di essere degustato e che si può trovare in Italia, bisogna rifarsi ad altre pubblicazioni. Io su consiglio di Ziliani ho acquistato e letto con interesse il testo «Grandi Champagne 2020-2021. Guida alle migliori bollicine francesi in Italia» di Alberto Lupetti, trovandola molto interessante.

Ma la classifica dei brand? Drinks International ha ad esempio incoronato Louis Roederer come il marchio di Champagne più ammirato del mondo nel 2020 e ha dedicato alla sua indagine una pubblicazione che classifica i marchi da 1 a 30 sulla base dei voti dei migliori esperti di vino del mondo.

La settima edizione del supplemento editoriale legato alla testata, prodotto in collaborazione con l’esperta di dell’universo Champagne, Giles Fallowfield, dice che Louis Roederer ha battuto Charles Heidsieck al primo posto, mentre il numero uno dell’anno scorso Pol Roger è sul terzo gradino del podio. La Drinks International Academy, formata da grandi esperti di vino, conta oggi più di 300 membri che votano per stilare la classifica che detta l’elenco delle marche di Champagne più ammirate.

Ecco la classifica 2020…

LOUIS ROEDERER AL PRIMO POSTO

Fondata nel 1776, Roederer è diventata celeberrima grazie all’invenzione del Cristal, creato per soddisfare le voglie degli zar Nicola I e Alessandro II, che volevano essere riforniti di champagne in bottiglie di cristallo puro. Oltre a quest’ultima tipologia meritano di essere assaggiate, in particolare, le referenze della linea Philippe Starck: un Brut Nature rosé e un Brut Nature.

L’IDENTIKIT DELLO CHAMPAGNE

Le tre componenti principali del terroir della Champagne – clima, suolo e sottosuolo, orografia – si combinano tra loro in modo molto particolare per dar vita a un mosaico di micro-terroir dalle caratteristiche uniche. Il cru, che corrisponde a un comune viticolo, identifica la particolare combinazione di vitigno, terroir e clima. Esistono 320 cru e 278.000 particelle che posseggono una specifica identità. Leader nel settore dei vini francesi, lo Champagne contribuisce in modo determinante alla dinamismo dell’economia del Paese. Lo Champagne è il primo attore della filiera del vino e delle bevande alcoliche francesi all’export. Il vigneto della Champagne rappresenta lo 0,5% della superficie vitata mondiale e il 4% di quella francese.
La filiera è all’origine di 30.000 posti di lavoro diretti, di cui 15.000 addetti ai quali si aggiungono circa 120.000 lavoratori stagionali nel periodo della vendemmia.
Lo Champagne è esportato in più di 190 paesi e rappresenta il 10% a volume dei consumi mondiali di vini effervescenti.

Numeri da studiare, da capire e dei quali fare tesoro, per comprendere quanta strada abbiamo da fare con i nostri metodi classici italiani eccellenti, sommersi da milioni di bottiglie a poco prezzo che dicono di rappresentare nel mondo la spumantistica italiana. Per ora, nel mondo, parlando di bollicine, eccetto rare eccezioni e singoli marchi, abbiamo affermato solo la nostra inferiorità, rinunciando a lavorare sul valore percepito del nostro patrimonio più grande: il Metodo Classico.

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