I Consorzi di tutela del vino sono i veri “guardiani” dei territori, nati storicamente dall’iniziativa di aziende pioniere. Essi rappresentano un importante motore sociale ed economico, determinante per la promozione del territorio, in sinergia con il lavoro delle singole aziende e dei brand di punta. Questi enti svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo delle denominazioni e nella valorizzazione e tutela dei vini, sia in Italia che all’estero, dove la contraffazione minaccia un patrimonio che genera occupazione e ricchezza.

Il loro mandato spazia dalla definizione delle regole comuni di produzione nei disciplinari alla promozione e protezione del “marchio collettivo” delle denominazioni. Inoltre i Consorzi sono al centro delle strategie di sviluppo di filoni in crescita come l’enoturismo. In un contesto segnato da sfide globali come il calo dei consumi, il cambiamento climatico, la sostenibilità e le incertezze geopolitiche, il loro ruolo diventa sempre più delicato e strategico, soprattutto alla luce delle recenti riforme europee su Dop e Igp.

Proprio per confrontarsi sul futuro dei Consorzi, alcuni dei principali protagonisti del settore si sono riuniti al Teatro degli Astrusi di Montalcino durante l’evento “Benvenuto Brunello”. Nel talk “Quale futuro per i consorzi del vino”, moderato dal vicedirettore del Corriere della Sera, Luciano Ferraro, si sono alternati Fabrizio Bindocci (Consorzio Brunello di Montalcino), Albiera Antinori (Consorzio Bolgheri e Bolgheri Sassicaia), Christian Marchesini (Consorzio Valpolicella), Giovanni Manetti (Consorzio Chianti Classico), Graziano Nicosia (Consorzio Etna) e Sergio Germano (Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani). Il dibattito ha gettato luce sulle strategie necessarie per affrontare le sfide future e consolidare il ruolo dei Consorzi come promotori dell’eccellenza vinicola italiana.