Prosecco DOC, sarà anche Rosé: via libera unanime

Il Comitato nazionale Vini del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha accolto all’unanimità il 21 maggio la proposta di modifica del disciplinare di produzione della Doc Prosecco che prevede l’introduzione della tipologia Rosé. La modifica sarà formalizzata attraverso la pubblicazione della Gazzetta Ufficiale della Ue. Il nome deciso dal Consorzio di tutela del Prosecco Doc per il nuovo vino è “Prosecco spumante rosé millesimato” e si prevede che potrà contenere dal 10% al 15% di Pinot Nero vinificato in rosso.

Le prime bottiglie saranno immesse sul mercato italiano entro settembre, mentre per l’estero bisognerà attendere la fine di ottobre. Il Prosecco Doc pensa di poter arrivare  a una produzione di 20 milioni di bottiglie sui 460 milioni totali. I mercati più interessati alla nuova “vie en rose” del Prosecco erano soprattuto quelli di Regno Unito, USA e Germania. Ma la corazzata Prosecco conta di mettere a frutto la conquista anche in Italia, per arrivare in particolare al pubblico femminile e agli appassionati del genere.

Sarà contento anche Joe Bastianich, superstar internazionale pizzicata nel 2018 a promuovere già una versione in rosa del Prosecco che non era tuttavia prevista a disciplinare (leggi qui).

Il Consorzio Prosecco Doc sancirà così, con nuovi sbocchi, la piena supremazia anche sul Conegliano Valdobbiadene superiore. La promessa dei promotori della svolta, autorizzata dal Mipaaf, è di posizionare il Prosecco Rosé a prezzi più alti della versione in bianco, fino a 8/10 euro la bottiglia, ma tra gli operatori italiani, in particolare quelli del Metodo Classico, già fortemente limitati nel posizionamento a valore dalle aggressive politiche dei prosecchisti, c’è il fondato timore che si abbassino le quotazioni del bere rosa italiano, dentro e fuori dai confini nazionali.

Franciacorta, Trento Doc e Oltrepò Pavese, insieme all’Alta Langa terroir di riferimento per il Metodo Classico italiano, seguono con attenzione l’evolversi della situazione. A pesare è ancora una volta l’assenza di una condotta italiana del Metodo Classico fatta e finita, dopo l’abortito esperimento del marchio “Talento”. Non esiste una cabina di regia capace di declinare strategie di promozione, posizionamento e marketing comuni della cultura italiana delle bollicine più pregiate. L’industria del Prosecco, nel passare dalle parole, ai fatti e ai numeri, è nelle condizioni di battere tutte le province italiane del Metodo Classico a porta vuota.

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