Coronavirus, made in Italy in ginocchio

Consegne respinte, ordini rinviati, visite guidate ed eventi nelle aziende vitivinicole e dell’agroalimentare sospese fino a data da destinarsi; vendita diretta interrotta in molte realtà o comunque regolata da norme stringenti, con accesso contingentato alle cantine e ai luoghi di produzione. Il clima emergenziale creato dagli effetti del Coronavirus riverbera pesantemente sull’economia del made in Italy, sui pubblici esercizi e sul turismo. Al momento non si vede la luce alla fine del tunnel. A pesare, insieme alle misure restrittive varate, è anche il timore che l’onda lunga della paura scatenatasi nel paese possa finire con il fiaccare a lungo l’economia del tempo libero e del gusto.

L’impatto del Coronavirus spingerà l’Italia in recessione nel 2020, secondo il titolato osservatorio di Standard & Poor’s Global rating, secondo cui il Pil italiano si contrarrà dello 0,3% quest’anno, contro il +0,4% previsto a dicembre nello scenario base. Per l’intera Eurozona il taglio potrebbe essere dello 0,5%, per una crescita stimata che passa dall’1 allo 0,5%. L’agenzia di rating sottolinea inoltre che, rispetto alle valutazioni d’inizio febbraio,  quarantene e restrizioni potrebbero ulteriormente penalizzare le esportazioni di beni e servizi e, soprattutto, il turismo e l’indotto. I dati sulla recessione incombente hanno allarmato tutte le associazioni e i sindacati, compresa Confindustria. Il leader degli industriali, Vincenzo Boccia, sostiene che è «indispensabile un’ampia convergenza nazionale» tra «forze politiche, governo, istituzioni territoriali e parti sociali» e sottolinea la necessità di «un grande piano massivo di investimenti».

Nel frattempo si muovono anche le organizzazioni di categoria agricole. Coldiretti informa che piovono le prime disdette degli ordini in più di un’azienda agricola su quattro (27%) per il crollo della domanda alimentare dopo la paralisi del turismo, i ristoranti vuoti, la chiusura forzata delle mense scolastiche e le difficoltà per l’export.

E’ quanto ha rivelato la prima analisi Coldiretti/Ixè sugli effetti dell’emergenza Coronavirus sull’agroalimentare made in Italy in occasione del primo weekend di avvio della campagna #MangiaItaliano nei mercati e negli agriturismi di Campagna Amica.

Una mobilitazione per difendere la principale ricchezza del paese che con la filiera allargata dai campi agli scaffali fino alla ristorazione vale 538 miliardi di euro pari al 25% del Pil e offre lavoro a 3,8 milioni di persone. Un patrimonio – sottolinea la Coldiretti – messo a rischio dall’espansione del Covid-19 che sta provocando gravi difficoltà produttive, logistiche e commerciali a livello nazionale, senza dimenticare i pesanti danni di immagine e gli effetti del crollo del turismo che è sempre stato un elemento di traino del Made in Italy agroalimentare all’estero, amplificato dallo stop forzato alle Fiere che sono un momento importante di promozione. E non si vede una soluzione a breve visto che – continua la Coldiretti – per oltre la metà (51%) delle aziende l’impatto economico negativo è purtroppo destinato a durare nel tempo.

Da quando è iniziata l’emergenza Coronavirus – spiega Coldiretti – il fatturato è crollato nel 41% delle aziende del settore ma la situazione è ancora più grave negli agriturismi dove il 79% delle strutture dichiara un calo del fatturato. Peraltro i 23mila agriturismi italiani spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari lontano dagli affollamenti, con un numero contenuto di posti letto e a tavola, sono forse il luogo più sicuro in Italia per difendersi dal contagio, fuori dalle mura domestiche.

Per combattere la disinformazione, gli attacchi strumentali e la concorrenza sleale, Coldiretti ha dato il via alla prima campagna #MangiaItaliano, in Italia e all’estero, per salvare la reputazione del made in Italy, difendere il territorio, l’economia e il lavoro e far conoscere i primati della più grande ricchezza, del Paese, quella enogastronomica. Un’iniziativa che vede schierati in prima linea gli agricoltori e gli agriturismi di Campagna Amica e alla quale stanno aderendo numerosi volti noti della televisione, del cinema, dello spettacolo, della musica, del giornalismo, della ricerca e della cultura, insieme a tanta gente comune.

L’avvio di una corretta campagna d’informazione sulla qualità e la salubrità dei prodotti agroalimentari made in Italy e del turismo è la priorità segnalata dalla metà delle aziende del settore (50%) che chiedono però anche sgravi fiscali e contributivi, sostegni a consumi ed esportazioni e interventi di sostegno comunitari.

«Bisogna ricostruire un clima di fiducia nei confronti del marchio made in Italy che rappresenta nell’alimentare una eccellenza riconosciuta sul piano qualitativo e sanitario a livello comunitario ed internazionale – dichiara il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini -. In queste condizioni è inaccettabile qualsiasi taglio alle risorse comunitarie destinate all’agricoltura nella definizione del prossimo bilancio europeo. Occorre al contrario – conclude – aumentare gli stanziamenti per difendere un settore diventato strategico in un momento di crisi per garantire gli approvvigionamenti e la sovranità alimentare in Italia ed in Europa».

In campo anche la Cia (Confederazione Italiana Agricoltori): «L’impatto del Coronavirus sul turismo nazionale è stato immediato e fortissimo. Nelle regioni coinvolte direttamente dall’emergenza, come Lombardia e Veneto, ci sono state disdette di massa nelle strutture, soprattutto da parte dei turisti stranieri. Prenotazioni quasi azzerate anche per aprile, con le festività di Pasqua che rappresentano uno dei periodi più importanti per la stagione turistica. Ma il danno economico coinvolge gli agriturismi di tutta Italia, con una riduzione fino al 50% delle richieste di soggiorno».

L’associazione di categoria osserva: «Le misure precauzionali per evitare la diffusione del virus sono corrette ed efficaci. Ora, però, pensiamo anche a come far ripartire l’economia. I provvedimenti presi dal governo vanno nella direzione giusta, ma è chiaro che serve un intervento strutturale e di lungo periodo che sostenga le imprese e rilanci l’economia dei territori, partendo da quelli più danneggiati dall’epidemia. Per gli oltre 23.000 agriturismi italiani, servono sospensioni dei contributi previdenziali e dei pagamenti delle rate dei mutui per un periodo non inferiore a 12 mesi. Allo stesso tempo, occorrono incentivi che rilancino il settore, con adozione di coupon a parziale rimborso spese, detrazioni fiscali e sospensione della tassa di soggiorno, nonché un piano di promozione straordinario. Non da ultimo, bisogna tutelare il Made in Italy agroalimentare, che è tra i più controllati al mondo, da pratiche sleali che mettono in cattiva luce le nostre eccellenze».

Mobilitata anche Confagricoltura. «Eliminare tutti i dazi aggiuntivi introdotti negli scambi commerciali internazionali. Sarebbe un modo immediato e diretto per sostenere il commercio e l’attività economica in uno scenario che è diventato particolarmente difficile su scala mondiale». E’ la proposta lanciata dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in vista della riunione del Consiglio Affari Generali (Commercio) della UE, in programma il 12 marzo a Bruxelles. All’ordine del giorno della sessione l’impatto dell’epidemia di Covid-19 sulle catene di approvvigionamento e sui flussi commerciali a livello mondiale. Verrà fatto anche il punto sulle relazioni commerciali con gli Stati Uniti.

«La riunione del Consiglio UE – aggiunge Giansanti – anticipa di qualche giorno la missione negli Usa del commissario al commercio, Phil Hogan. L’obiettivo della missione è quello di raggiungere un accordo bilaterale che consenta di bloccare l’inasprimento delle tariffe doganali».

Confagricoltura ricorda che il 18 marzo aumenteranno dal 10 al 15% i dazi statunitensi sulle importazioni del settore aeronautico dalla UE. L’aumento rientra nel quadro del contenzioso sugli aiuti pubblici al consorzio Airbus. Dallo scorso mese di ottobre sono stati imposti dazi aggiuntivi del 25% sulle esportazioni italiane di formaggi, salumi, agrumi, succhi e liquori destinate al mercato Usa.

«A maggio – sottolinea Giansanti – sono previste nuove decisioni da parte dell’amministrazione di Washington che potrebbero colpire ulteriormente anche il nostro settore agroalimentare».  Secondo il presidente di Confagricoltura “l’impatto economico dell’emergenza sanitaria dovrebbe indurre a mettere da parte le guerre commerciali, per concentrare l’attenzione sul sostegno alle attività produttive».

Sul piano interno, Giansanti ha ribadito che è essenziale garantire la continuità dell’attività produttiva relativamente alla movimentazione delle merci, alla disponibilità dei consumi intermedi e alla presenza della forza lavoro, tenendo anche conto del prossimo avvio delle operazioni di raccolta.

«Vanno inoltre coperti i danni già provocati dall’emergenza sanitaria e assicurata la necessaria liquidità delle imprese. Al riguardo, diamo per scontati la solidarietà e l’intervento dell’Unione europea», ha concluso il presidente della Confagricoltura.

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